"Lei sta all’orizzonte: mi avvicino due passi, lei si allontana due passi. Cammino dieci passi, e l’orizzonte si allontana dieci passi più in là. Per molto che io cammini, mai la raggiungerò. A che serve l’Utopia? A questo serve: a camminare!" (Eduardo Galeano)

lunedì 13 dicembre 2010

TRASFERIMENTO BLOG

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venerdì 3 dicembre 2010

I SOLDI DEI RHODENSI NELLE TASCHE DELLE BANCHE

Una mossa errata e penalizzante per le casse comunali che costerà 2.670.000 di euro ai cittadini rhodensi, l'equivalente di una nuova scuola, di una nuova palestra o di un centro anziani. Questo l'effetto dell'operazione compiuta dalla giunta che ha deciso di rinegoziare un mutuo da 6.600.000 di euro contratto con Dexia Crediop, allungando la scadenza dal 2018 al 2030 e passando da un tasso variabile, oggi pari all’1,3%, a un tasso fisso del 4,31%, più del triplo. Una scelta che carica sulle spalle delle generazioni future il pagamento di questo prestito. Su quel mutuo avremmo pagato in totale circa 710.000 euro di interessi, ora ne avremo da pagare 3.380.000. E ovviamente saranno nostri soldi, quelli dei Rhodensi. E’ questa la diligenza del buon padre di famiglia che tiene sotto controllo i propri conti? Chi mai farebbe un’operazione del genere?

Questa operazione è stata costruita per fare in modo che in questi primi anni il comune paghi una rata più bassa, essendo il mutuo diluito su più anni, ma se vista con l’ottica di lungo periodo e del vero bene per la città, l’operazione è un salasso per le casse comunali. E’ indecente che un’amministrazione costruisca le sue politiche solamente sull’orizzonte temporale delle elezioni e non badi al futuro della città. Basti pensare a quante cose si potrebbero fare con quei soldi dei rhodensi che finiranno invece nelle tasche delle banche. Inoltre un’altra domanda: perché rinegoziare un mutuo su cui oggi paghiamo l’1,3% di interessi quando ne abbiamo tantissimi su cui paghiamo ancora tassi vicini all’8%? Un’operazione fatta in maniera troppo disinvolta, che aggiungendosi allo sconto di 750.000 euro all’anno sull’ICI di Fiera, conferma come questa amministrazione stia minando strutturalmente il bilancio del comune dei prossimi anni.

Non stiamo parlando di derivati o di swap per fortuna, ma l’effetto è praticamente lo stesso. Con questa operazione, soldi in più dei contribuenti finiranno nelle tasche delle banche, invece che in opere pubbliche, per fare in modo di avere mani più libere nell’immediato, ma ipotecando il futuro dei cittadini.

venerdì 26 novembre 2010

RESOCONTO CONSIGLIO COMUNALE 25/11/10

Si è visto di tutto ieri sera in consiglio comunale: il consigliere della Lega Valneri che abbandona la seduta urlando contro il presidente del Consiglio Comunale Kirn, il sindaco Zucchetti che ammette di essere commissariato dai livelli superiori, la consigliera Papasodaro che al momento del voto sulla cessione delle quote Groane è introvabile (sarà mica nascosta in bagno come è già capitato altre volte?!?!) e via discorrendo. Questa è la fotografia dello stato di questa maggioranza che in ogni seduta dà sempre più prova di quello che ormai non riesce più fare: governare. E oltre alla città non riesce nemmeno più a governare se stessa. Il consiglio comunale quindi verteva essenzialmente su due punti: la cessione di quote GTM e l’assestamento di bilancio. Sulla prima il voto è stato 13 favore contro 13 contrari (l'opposizione più Polerà) con 1 astenuto (Mento) e la consigliera Papasodaro irreperibile al momento del voto, quindi delibera rinviata al prossimo consiglio comunale. Il problema vero riguarda comunque il valore dato a queste quote societarie che per tutta l’opposizione e per anche una parte di maggioranza che non ha approvato la delibera è ampiamente sottostimato. La vendita al comune di Garbagnate avverrebbe quindi a un prezzo non congruo. In discussione c’era poi l’assestamento di bilancio passato "tranquillamente" con 16 voti della maggioranza senza però fare una discussione approfondita visto anche il contenuto praticamente iniquo della delibera che non apporta nessuna particolare variazione.

venerdì 19 novembre 2010

IL NOME DI RHO NON VENGA ASSOCIATO ALLA MAFIA

Pubblico di seguito la lettera aperta inviata al Sindaco questa settimana sul legame tra la mafia e il nostro territorio.

Egregio Sindaco Zucchetti,
scrivo una lettera aperta a Lei e per suo tramite a tutta la città, in particolare rivolgendomi a tutto il mondo imprenditoriale ed economico e a quelle semplici persone che hanno già incrociato sulla propria strada la mafia in una qualsiasi delle sue forme in cui si presenta. La mafia in prima istanza aggredisce quelle imprese e quelle attività commerciali oneste di tanti nostri concittadini, costruite con la fatica e la laboriosità tipica del nostro tessuto economico-produttivo. Sono questi i primi soggetti deboli da tutelare.

Sono profondamente preoccupato per il futuro del mio territorio e della mia città. Desta inquietudine sentire un noto giornalista come Saviano, fortemente impegnato nella lotta alla mafia, citare Rho tra le città dove la mafia si sta espandendo nel contesto italiano. Ma questa non è altro che la conferma dei fatti che vedono il nostro territorio sempre più al centro dei nuovi piani di espansione al nord della ‘ndrangheta. Credo non serva assolutamente a niente creare allarmismi, ma bisogna affrontare in modo diretto e concreto il problema.

Il 14 settembre, dopo una discussione sul problema della mafia, il Consiglio Comunale ha votato all’unanimità un documento contro la criminalità organizzata. In questo documento, oltre alla condanna forte e precisa contro la mafia, si chiedeva al Sindaco e alla Giunta di concretizzare quelle idee esposte attraverso iniziative precise: programmi di iniziative all’interno delle scuole per discutere dei rischi connessi alla mafia, la promozione di protocolli di legalità con il mondo imprenditoriale e le associazioni di categoria e la formazione di amministratori e dipendenti per l’attività di controllo in materia di appalti pubblici. Nulla di tutto ciò mi risulta che sia stato fatto dopo due mesi dall’approvazione di quel documento in Consiglio Comunale.

L’invito particolare che rivolgo a Lei e all’intera Giunta è quindi quello di dar seguito immediatamente agli impegni derivanti da quel documento per rafforzare la cultura della legalità e per prevenire l’espansione culturale, ancor prima che economica, della mafia sul nostro territorio. La mafia oggi a Rho non rappresenta un’emergenza, ma non vorrei mai che lo diventasse. Occorre quindi sin da subito tenere alta la guardia, senza distinzione tra colori politici e appartenenze. E’ necessario inoltre porre il problema all’attenzione della pubblica opinione cittadina per dare gli strumenti a coloro che hanno ruoli di responsabilità di riconoscere quei comportamenti contigui agli ambienti mafiosi, sempre più spesso vestita in giacca e cravatta e presente nei salotti buoni, oltre che negli scantinati e nei nascondigli segreti dei boss. Agiamo quindi tutti insieme da subito, raccogliendo le forze positive presenti nella nostra comunità, per fare in modo che il nome della nostra amata città non venga mai più associato alla parola mafia.

Certo che le mie parole troveranno ascolto, le porgo i miei più cordiali saluti.

mercoledì 13 ottobre 2010

E' ORA DI CAMBIARE ARIA

Ieri sera in consiglio comunale il piano Alfa Romeo non è passato: 15 no, 10 sì e 5 astensioni. Ne abbiamo viste e sentite tante, ma nel commentare quello che è stato uno degli atti finali di questa giunta volevo sottolineare tre fattori, cioè una maggioranza allo sbaraglio, un sindaco solo e una città contro.

Ripenso a tre anni fa quando i rhodensi hanno scelto Zucchetti e la sua compagine dandogli una maggioranza schiacciante: il 62% che ha permesso al centrodestra di avere 19 consiglieri di maggioranza contro gli 11 di minoranza. Cosa ne è rimasto oggi? Ieri sera solo 10 su quei 19 hanno di nuovo dato fiducia al Sindaco appoggiando la sua azione. Cosa ne è rimasta di quella truppa che doveva cambiare Rho? Dov’è finita quella Lega tanto attenta al territorio che però in 3 anni di amministrazione non ha prodotto nulla? E il PDL esiste davvero a Rho oppure è un’accozzaglia dove non si capisce chi comanda e ciascuno gioca la sua partita personale, al di fuori di ogni logica di bene comune? Rimane solo l’UDC, con l’unico consigliere che ha difeso il sindaco in qualsiasi situazione, ma questo è stato un bene per la città? Domande dalla risposta scontata che mettono a nudo come la classe dirigente dell’intero centrodestra, nessuno escluso, non sia in grado di governare una città come Rho. Di quel 62% ormai sono rimaste solo briciole.

E il sindaco? Ieri sera è apparso ancora più evidente come fosse un uomo solo, al comando di una nave alla deriva. Tranne i pochissimi (ma davvero pochi) fedelissimi, nessuno in questi anni lo ha appoggiato. Colpa dei consiglieri voltagabbana? Oppure colpa di un programma elettorale non rispettato? Molti punti di quel programma con cui è stato eletto sono stati da lui stesso disattesi. La mancanza di condivisione delle decisioni all’interno della maggioranza con uno stile di amministrazione accentrato nella sua figura e che spesso ha voltato le spalle ai partiti, lo ha isolato dai suoi stessi compagni di viaggio. Non di meno ha giocato in maniera negativa il rapporto con la città e i cittadini con cui ha rotto in molti casi quella relazione positiva grazie alla quale ha stravinto le scorse elezioni. Un sindaco, per definizione, non può rimanere solo. Quando questo succede, allora è meglio cambiare aria.

Rimane la città. Lo si è visto da più occasioni in consiglio comunale dove in 3 anni vari e disparati gruppi di persone si sono presentati per manifestare il loro dissenso rispetto alle scelte (poche) compiute dall’amministrazione. Ma anche solo passeggiando per la città e fermandosi a parlare con gente comune ci si accorge come lo scontento, soprattutto da chi era stato illuso dallo stesso centrodestra, regni sovrano. Parole pesanti ho sentito nei confronti dell’attuale maggioranza. Il centrodestra ha perso quindi il contatto con la città, quella stessa città che lo aveva incoronato 3 anni fa. E’ tempo quindi che si dia di nuovo il pallino in mano ai cittadini per dar loro la possibilità di scegliere di nuovo e di cambiare l’attuale classe dirigente. Serve uno scatto d’orgoglio per riguadagnare il terreno perduto in questi anni.