Pubblico la lettera-sfogo di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino, in occasione dell'anniversario della strage di via D'Amelio. Una lettera che non ha bisogno di troppi commenti e che fa capire quali siano i nodi cruciali e le zavorre che appesantiscono la politica quest'oggi. La parola contiguità utilizzata nella lettera esprime al meglio questa situazione. Però, spesso, le persone che subiscono questa pratica di malaffare sono molte di più di quelle che la praticano e ne traggono giovamento. Non è possibile oggi che una parte minoritaria del paese condizioni la parte maggioritaria. Quello che ora sembra un tunnel senza fine, speriamo possa nel futuro rivelare qualche spiraglio di luce!
Qui la lettera
Lasciate pure qualche commento a riguardo.
Andrea
Qui la lettera
Lasciate pure qualche commento a riguardo.
Andrea
1 commento:
Grazie, Andrea, per la lettera che ci hai fatto leggere.
A volte, quando mi prende lo scoramento per l’apparente inutilità del lavoro speso dentro le istituzioni, anche le più semplici, a livello locale, mi vengono in mente Borsellino, Falcone, Antonino Caponnetto, mons. Bregantini e i ragazzi di Locri, e i tanti altri che per testimoniare la possibilità di uno Stato equo e di una convivenza giusta hanno giocato e giocano la vita. Con la consapevolezza di poterla perdere. Così, se a volte smarrisco il “perché” di tanta fatica e tenacia, mi torna chiaro il “per chi”, e mi rimetto all’opera. Certo, mi piacerebbe che nell’impegnarsi in trasparenza nelle istituzioni, ogni giorno, non ci fosse niente “fuori dal comune”, niente di eroico e che rimandi ad eroi defunti, soprattutto. Sventurato quel Paese che ha bisogno di eroi, ammoniva Bertolt Brecht.
A noi il compito di continuare a camminare, sperando sempre che sia resa giustizia a chi ha fatto il suo percorso prima di noi, e il cammino venga condiviso da molti.
Ziapaola
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